Simone Cristicchi nació en Roma en 1977. Amante de la canción de autor italiana desde su adolescencia, tras actuar como telonero de otros artistas italianos, comenzó a ser conocido a partir del año 2003 en el que gana el Cilindro de Plata al mejor cantautor emergente en el Festival de Crotona. En el 2005 firma un contrato con Sony Bmg y saca su primer single, "Vorrei cantare comme Biagio", en el que despunta su fina ironía, su sentido crítico y su excentricidad. Tras una verdadera lluvia de premios y reconocimientos en ese mismo año, se presentó a la 57 edición del Festival de San Remo con esta canción, "Ti regalerò una rosa", que obtuvo el mayor galardón y el premio de la crítica y de la televisión.
La historia es contada por un enfermo ingresado en un hospital psiquiátrico que le escribe una carta de amor a su enamorada, Margueritta.
Simone, además de objetor de conciencia, fue voluntario en un hospital psiquiátrico (Centro de Higiene Mental), experiencia que le marcó para siempre. Tanto, que escribió un espectáculo teatral titulado con las iniciales C.I.M. (Centro d'Igiene Mental), con el que ha recorrido Italia.
Casado con una arqueóloga y padre de dos hijos, Cristicchi representa una apuesta segura en el panorama musical italiano por su capacidad para expresar, con su peculiar sentido del humor, tanto la crítica más severa hacia la realidad que le rodea, como los sentimientos más sutiles.
Ti regalerò una rosa
 Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
 Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
 E una rosa per poterti amare
 Ti regalerò una rosa
 Una rosa bianca come fossi la mia sposa
 Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
 Ogni piccolo dolore
 Mi chiamo Antonio e sono matto
 Sono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino
 Credevo di parlare col demonio
 Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio
 Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
 Perdona la calligrafia da prima elementare
 E mi stupisco se provo ancora un'emozione
 Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
 Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
 L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi
 E giorno e notte si assomigliano
 Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
 Me la faccio ancora sotto perché ho paura
 Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
 Puzza di piscio e segatura
 Questa è malattia mentale e non esiste cura
 Ti regalerò una rosa
 Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
 Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
 E una rosa per poterti amare
 Ti regalerò una rosa
 Una rosa bianca come fossi la mia sposa
 Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
 Ogni piccolo dolore
 I matti sono punti di domanda senza frase
 Migliaia di astronavi che non tornano alla base
 Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
 I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
 Mi fabbrico la neve col polistirolo
 La mia patologia è che son rimasto solo
 Ora prendete un telescopio
 misurate le distanze
 E guardate tra me e voi
 chi è più pericoloso?
 Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
 Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
 Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
 Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
 Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare
 Eri come un angelo legato ad un termosifone
 Nonostante tutto io ti aspetto ancora
 E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
 Ti regalerò una rosa
 Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
 Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
 E una rosa per poterti amare
 Ti regalerò una rosa
 Una rosa bianca come fossi la mia sposa
 Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
 Ogni piccolo dolore
 Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
 Cara Margherita sono vent'anni che ti aspetto
 I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
 Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
 Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
 Perdona la calligrafia da prima elementare
 E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
 Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.